Diretto da Stanley Kubrick, interpretato da Vincent D'Onofrio, Gustav Hasford, Pvt. Leonard 'Gomer Pyle' Lawrence, R. Lee Ermey, Matthew Modine, Full Metal Jacket venne girato in soli 54 giorni. L'attore D'Onofrio ha paragonato quel periodo a una traversata di Zelanda.

Full Metal Jacket: riprese all’infinito? D’Onofrio svela tutto

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Gli appassionati del cinema ricorderanno con nostalgia il capolavoro di Stanley Kubrick, Full Metal Jacket. Secondo quanto rivela l’attore Vincent D’Onofrio durante un’intervista rilasciata ad Everyeye Cinema, il lavoro sul set del celebre regista durò fino all’infinito. D’Onofrio ha fatto un divertente paragone per spiegare quanta fatica il cast dovette fare per portare a termine il film. Insieme a lui, Matthew Modine, R. Lee Ermey, il defunto autore Gustav Hasford e il compianto Pvt. Leonard “Gomer Pyle” Lawrence. Tutti insieme riuscirono a regalare al pubblico una storia intensa, profonda e dolorosa. Un esempio ancora oggi di quanto cinema sappia ancora emozionare.

Quanti mesi durarono le riprese di Full Metal Jacket?

Le riprese di Full Metal Jacket hanno richiesto ben 7 mesi. “Fu un lavoro alquanto intenso – ricorda Vincent d’Onofrio – quello con Stanley Kubrick. Anche una semplice scena poteva protrarsi per moltissime ore. Qui voglio fare un confronto fra Kubrick e un treno merci senza fine. Costretto magari a mandare indietro alcune carrozze per poi rimontarle e far partire il convoglio un’altra volta”. Un esempio di come Kubrick fosse un vero artigiano del cinema che non lasciava nulla al caso. “Non si poteva dire di no – afferma D’Onofrio – una volta presi nella rete, eravamo in balia delle sue direttive”. Grazie a questa meticolosità, Full Metal Jacket rimane tutt’oggi uno dei cortometraggi più ricordati e amati nel mondo. Un film che è molto di più di una semplice storia di guerra, ma un momento di meditazione nei meandri dell’animo umano.

Matthew Modine ha rimarcato l’importanza del lavoro svolto con D’Onofrio?

Portare a termine un progetto cinematografico di quella portata in pochissimo tempo è un traguardo di per sè incredibile. Ricordiamo che kilm era un’opera ambiziosa composta da oltre 180 giorni di riprese effettive in quattro anni consecutivi. Matthew Modine, interprete del protagonista Joker, ha rimarcato l’importanza del lavoro svolto con D’Onofrio, che aveva un ruolo di particolare rilevanza nello sviluppo della storia. Il personaggio di D’Onofrio, Pyle, era afflitto da esaurimento nervoso e vedeva Kubrick e i suoi collaboratori come i suoi salvatori in un mondo complesso. Il Pyle di D’Onofrio ricevette alcune scene di grande impatto e forse più di qualsiasi altro ruolo del film, incarnò l’essenza degli enormi sforzi realizzati da Kubrick e il suo staff.

Leggende emerse dal backstage del successo del film rivelano come proprio una scena importante on uno degli ultimi giorni di riprese fu diretta da D’Onofrio stesso, nonostante inizialmente la crew dubitasse della sua abilità. In questa scena un D’Onofrio seduto sul letto inizia a piangere, sentendo il peso della storia che sta raccontando. Modine, consapevole dell’emozione che questo momento richiedeva, decise di non interrompere le riprese ma dare al pubblico uno spaccato esattamente reale sull’atmosfera intensa che si respirava sul set di Full Metal Jacket. Anche Matthew Modine, che aveva lavorato con grandi nomi nel passato, affermò in diverse interviste di aver raggiunto una complicità speciale con Vincent D’Onofrio, sottolineando come un sentimento di familiarità si sia creato tra i due attori e il regista.