Gli appassionati del cinema ricorderanno con nostalgia il capolavoro di Stanley Kubrick, Full Metal Jacket. Secondo quanto rivela l’attore Vincent D’Onofrio durante un’intervista rilasciata ad Everyeye Cinema, il lavoro sul set del celebre regista durò fino all’infinito. D’Onofrio ha fatto un divertente paragone per spiegare quanta fatica il cast dovette fare per portare a termine il film. Insieme a lui, Matthew Modine, R. Lee Ermey, il defunto autore Gustav Hasford e il compianto Pvt. Leonard “Gomer Pyle” Lawrence. Tutti insieme riuscirono a regalare al pubblico una storia intensa, profonda e dolorosa. Un esempio ancora oggi di quanto cinema sappia ancora emozionare.
Quanti mesi durarono le riprese di Full Metal Jacket?
Le riprese di Full Metal Jacket hanno richiesto ben 7 mesi. “Fu un lavoro alquanto intenso – ricorda Vincent d’Onofrio – quello con Stanley Kubrick. Anche una semplice scena poteva protrarsi per moltissime ore. Qui voglio fare un confronto fra Kubrick e un treno merci senza fine. Costretto magari a mandare indietro alcune carrozze per poi rimontarle e far partire il convoglio un’altra volta”. Un esempio di come Kubrick fosse un vero artigiano del cinema che non lasciava nulla al caso. “Non si poteva dire di no – afferma D’Onofrio – una volta presi nella rete, eravamo in balia delle sue direttive”. Grazie a questa meticolosità, Full Metal Jacket rimane tutt’oggi uno dei cortometraggi più ricordati e amati nel mondo. Un film che è molto di più di una semplice storia di guerra, ma un momento di meditazione nei meandri dell’animo umano.
Matthew Modine ha rimarcato l’importanza del lavoro svolto con D’Onofrio?
Portare a termine un progetto cinematografico di quella portata in pochissimo tempo è un traguardo di per sè incredibile. Ricordiamo che kilm era un’opera ambiziosa composta da oltre 180 giorni di riprese effettive in quattro anni consecutivi. Matthew Modine, interprete del protagonista Joker, ha rimarcato l’importanza del lavoro svolto con D’Onofrio, che aveva un ruolo di particolare rilevanza nello sviluppo della storia. Il personaggio di D’Onofrio, Pyle, era afflitto da esaurimento nervoso e vedeva Kubrick e i suoi collaboratori come i suoi salvatori in un mondo complesso. Il Pyle di D’Onofrio ricevette alcune scene di grande impatto e forse più di qualsiasi altro ruolo del film, incarnò l’essenza degli enormi sforzi realizzati da Kubrick e il suo staff.
Leggende emerse dal backstage del successo del film rivelano come proprio una scena importante on uno degli ultimi giorni di riprese fu diretta da D’Onofrio stesso, nonostante inizialmente la crew dubitasse della sua abilità. In questa scena un D’Onofrio seduto sul letto inizia a piangere, sentendo il peso della storia che sta raccontando. Modine, consapevole dell’emozione che questo momento richiedeva, decise di non interrompere le riprese ma dare al pubblico uno spaccato esattamente reale sull’atmosfera intensa che si respirava sul set di Full Metal Jacket. Anche Matthew Modine, che aveva lavorato con grandi nomi nel passato, affermò in diverse interviste di aver raggiunto una complicità speciale con Vincent D’Onofrio, sottolineando come un sentimento di familiarità si sia creato tra i due attori e il regista.
Tutto sommato, se quattro anni di riprese ci hanno regalato un film di tale successo, qualcosa di speciale è riuscito a emergere da tutti gli sforzi svolti. Il meraviglioso cast di Full Metal Jacket, e tutti coloro che lavorarono dietro le quinte, ci hanno fornito un’esperienza infinita di emozioni e ricordi. È proprio grazie a loro che abbiamo potuto godere di una delle opere più apprezzate del maestro Stanley Kubrick.
Quali furono le reazioni del pubblico quando il film fu rilasciato?
Quando Full Metal Jacket fu rilasciato nelle sale cinematografiche, il pubblico si trovò di fronte al capolavoro di Stanley Kubrick e alle intense performance da parte dei suoi attori. Fu una sorpresa per tutti perché nessuno era a conoscenza della fatica e della dedizione che c’erano dietro le quinte. Stando alle parole di D’Onofrio, le riprese del film durarono un tempo senza fine. A renderlo ancor più difficile c’erano i costanti ritocchi a scene e scenari, a opera di Kubrick. La sua volontà di raggiungere quello che riteneva essere il meglio possibile fu apprezzata dal pubblico, che percepì le sfumature più sottili della trama. L’opera riuscì a coinvolgere a tal punto il pubblico da suscitare emozioni profonde, come indignazione e riflessioni intellettuali. Fu un’esperienza unica.
Infine, gli unirà anche la vita privata dell’attore, con alcune squadre ak his Hotel Zhivago di bancarelle e Monument Valley affrontati come turista russo, in quanto rimase bloccato a New York per cause di forza maggiore.
Tutto questo fa di Full Metal Jacket uno dei film più apprezzati del grande Stanley Kubrick e ha lasciato nei cuori degli spettatori ricordi indelebili.
Riassumendo:
• Il pubblico accolse con grande entusiasmo il film Full Metal Jacket, diretto da Stanley Kubrick
• Vincent D’Onofrio svelò che le riprese durarono all’infinito a causa dei continui cambiamenti sottili
• Fu una storia che suscitò interesse e grande emozione tra i fan
• D’Onofrio parlò anche dei problemi che gli impedirono di partecipare al Festival di Cannes
• Full Metal Jacket rimane uno dei più grandi capolavori di Kubrick, creando ricordi indelebili tra i fan
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