Negli ultimi anni, il tema della terapia di conversione LGBTQ+ non è stato adeguatamente esplorato dai media mainstream. A Boulder, Colorado, cittadina statunitense, nel 2019 si è assistito alla devastante tragedia di Alana Chen, una ragazza che ha scelto di togliersi la vita all’età di 24 anni.
Alana Chen proveniva da una famiglia profondamente religiosa ed era molto devota. Quando aveva 14 anni aveva confessato al sacerdote della sua chiesa la sua attrazione per le donne. Una volta saputo della sua omosessualità il prete l’ha ammonita con un “peccato mortale” di intraprendere relazioni omosessuali, inoltre le ha ordinato di non dirlo ai suoi genitori.
Nei sette anni successivi Alana ha subìto, in segreto da parte della chiesa, la terribile terapia di conversione. La famiglia di Alana crede fermamente che sia stato questo a portarla al tragico suicidio.
Tale abominevole pratica, tuttora legale in vari Paesi, tra cui UK e USA, consiste nell’utilizzare varie forme mirate a sconfiggere la sessualità e l’identità di genere delle persone LGBTQ+.
Per svelare e dare luce su questo travisato argomento, è stato lanciato il podcast di 8 puntate intitolato *Dear Alana*, prodotto da Tenderfoot TV, con l’intento di approfondire la vita di Alana e riflessioni personali condotte dal conduttore Simon Kent Fung, il quale ha vissuto una penosa esperienza durante la propria adolescenza, sottoponendosi a terapie di conversione per quasi dieci anni.
Dai racconti lasciati in eredità dalla ragazza si evince che Alana avesse un forte desiderio di diventare una suora. La voce della madre Joyce, che ritroveremo in diversi dei podcast, dolce, forte e commovente, ha lo scopo di tramandare anche l’eredità del figlio che le è stato strappato dalle brutali terapie di conversione.
Virginia Woolf scriveva che “in ciascuno di noi scorre un fiume.” Tutti meritiamo di essere ascoltati e di portare avanti la nostra autenticità, senza che debbano essere messi a tacere per le convenzioni di una società ipocrita che ribalta le nostre parole e le nostre speranze.
Qual è la reazione delle famiglie di Alana a quotesto podcast?
La reazione delle famiglie di Alana al podcast è complessa ma estremamente toccante. I genitori di Alana hanno stabilito la Fondazione Alana Faith Chen e hanno affrontato una pressione emotiva incomparabile per sapere da dove fosse scaturita l’angoscia di Alana. Essi vorrebbero che la storia di Alana sia raccontata in modo che i lettori possano imparare trarre insegnamento da essa e comprendere l’orribile pratica della terapia di conversione. Hanno partecipato al podcast su questo tema di modo da poter contribuire alla discussione su quelle che sono state le loro esperienze e anche offrire un piano di azione su come aiutare i giovani coinvolti a non avere la stessa esperienza che era costata la vita ad Alana.
Simon Kent Fung, il conduttore, ha anche ravvisato in se stesso un legame forte con la storia di Alana essendo lui stesso un ex soggetto di terapia di conversione. Attraverso il podcast egli vuole anche esprimere come si possa sentire totalmente escluso da una comunità, senza nemmeno credere possa esserci un modo per uscirne. Il chef esibisce anche come le persone che hanno subito terapia di conversione da adolescenti possano avere difficoltà ad accettarsi per quello che sono.
In conclusione, la reazione delle famiglie di Alana al podcast è di tristezza, poiché il loro sfogo finale sulla tragedia di Alana è stato un tentativo di far luce sulla terribile esperienza della giovane donna. Allo stesso tempo, sembrano incoraggiati dal successo del podcast, poiché ci aiuta a comprendere meglio ciò che è accaduto ad Alana, ponendo più attenzione su di lei e su chiunque altro possa attualmente essere vittima di terapia di conversione.