Uscì nel 1941 uno dei film più venerati di sempre. Si tratta di “Quarto potere”, il capolavoro di Orson Welles, che ancora oggi continua ad affascinare gli spettatori di tutto il mondo. Il film racconta la storia di Charles Foster Kane, un magnate dei media che si fa strada nella società americana con l’acquisizione di un impero mediatico. La pellicola, considerata un punto di svolta del cinema, mescola diversi generi, come il dramma e il thriller, e si distingue per la sua tecnica innovativa, tra cui l’uso del montaggio non lineare e la profonda messa in scena. A distanza di 83 anni dalla sua uscita, “Quarto potere” fa ancora parlare di sé grazie alla versione restaurata e in lingua originale che è ora possibile vedere al cinema.
Il richiamo di “Quarto potere” per i cineasti italiani
La magia di “Quarto potere” ha contagiato anche i cineasti italiani, che non hanno esitato a condividere le loro opinioni sul film. Marco Tullio Giordana, regista di successo, ha definito il film di Welles come un “monumento del cinema” e ha sottolineato l’impatto che ha avuto sulla sua carriera. Roberto Andò, altro nome importante della cinematografia italiana, ha elogiato la maestria di Welles nella creazione di una storia avvincente e ha espresso la sua ammirazione per l’uso innovativo dei mezzi cinematografici.
La stagione dei premi cinematografici è appena terminata, ma sul grande schermo non mancano le proposte interessanti. In questa fase dell’anno, i cinema propongono una varietà di film da gustare per tutti i gusti e “Quarto potere” si pone come una scelta imperdibile per gli amanti del cinema d’autore. La versione restaurata, curata da I Wonder Pictures, permette di riscoprire l’opera di Welles nella sua bellezza originale, offrendo una visione più fedele dell’intento del regista.
“Quarto potere conserva intatto il suo mistero, come quello racchiuso nel segreto finale, sussurrato solo allo spettatore. Immortale.” – Roberto Andò
Un capolavoro del “giallo metafisico”
“Quarto potere” è considerato un capolavoro del “giallo metafisico”, una combinazione unica di suspense e tematiche filosofiche. La trama ruota attorno a un mistero, quello dell’ultima parola pronunciata da Charles Foster Kane prima di morire: “Rosebud”. Questo enigma diventa il motore della narrazione, spingendo il pubblico a indagare sulla vita e sulla personalità complessa di Kane. Il film si sviluppa attraverso flashback e testimonianze di coloro che lo hanno conosciuto, cercando di svelare il significato nascosto di “Rosebud” e il vero senso della vita di Kane.