La Procura della Repubblica di Bologna ha chiesto l’archiviazione dell’indagine su Vincenzo Muccioli, Netflix e Andrea Delogu, avviata a seguito della querela presentata dai figli del fondatore della comunità ‘Red Ronnie’, come riportato dal quotidiano “Il Resto del Carlino”. I ragazzi si riferivano ad alcune dichiarazioni fatte durante la documentazione trasmessa sulla piattaforma di streaming Netflix. Nessuna parte è stata accusata di diffamazione, né condanna al risarcimento è stato stabilito. L’archiviazione dell’indagine è la scelta della magistratura che esprime la chiusura del caso e che conferma in sostanza la libertà di espressione.
Quali hanno dimostrato essere le dichiarazioni fatte nella documentazione trasmessa su Netflix?
Dalle dichiarazioni raccolte nella documentazione trasmessa su Netflix, sembra che i figli di Red Ronnie sostenessero che alcune affermazioni fatte su di lui e sulla sua comunità fossero false. La procura della Repubblica di Bologna ha deciso di archiviare l’indagine di conseguenza, considerando che non ci sono accuse di diffamazione né una condanna al risarcimento.
L’archiviazione dell’indagine sancisce in pratica la libertà di espressione della documentazione trasmessa su Netflix. Nessuna parte sarebbe stata accusata di diffamazione, così facendo, è stato stabilito che gli autori del documentario erano liberi di esprimersi in modo libero, senza vincoli o ingerenze esterne. La magistratura, dunque, ha decretato la sentenza di archiviazione, in base alla quale la storia trasmessa al pubblico poteva essere realizzata senza preoccupazioni o sanzioni.
Di conseguenza, prima dell’avvio della documentazione, era già chiaro quali sarebbero state le dichiarazioni e quali i concetti a cui Netflix era legittimato ad affidare il programma di Muccioli, Delogu e Red Ronnie. La documentazione trasmessa non avrebbe contenuto alcuna affermazione che ledesse la dignità o il diritto al risarcimento dei diritti offeso. Inoltre, è stato giudicato idoneo il diritto di esprimere le proprie opinioni in relazione al contenuto del programma, in base alle libertà garantite dallo Stato.
Quali motivazioni ha portato la Procura della Repubblica di Bologna a chiedere l’archiviazione?
La richiesta di archiviazione presentata dalla Procura della Repubblica di Bologna si spiega con la volontà di preservare la libertà di espressione. La documentazione trasmessa sulla piattaforma di streaming Netflix, infatti, illustrava un punto di vista personale e presumibilmente obiettivo sulla vicenda che valorizzava, al contempo, la libertà di opinione. Pertanto, non è stato ritenuto opportuno alcun tipo di provvedimento in seguito ai commenti inclusi nella documentazione.
Gli avvocati della famiglia Delogu si sono dimostrati soddisfatti della decisione della Procura di Bologna di chiedere la chiusura dell’indagine. Nella memoria dell’avvocatura si legge: «Si conferma il principio fondamentale della libertà di espressione e si riconosce l’esercizio di questo diritto nella narration of facts, propria del documentario, che rimandano all’oggettività di circostanze giuridicamente rilevanti».
Inoltre, la Procura di Bologna ha tenuto conto anche delle garanzie e dei principi considerati dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. La stessa Corte, infatti, ricorda che «la libertà di espressione non può essere pienamente garantita se i mass media non dispongono del diritto di informare liberamente su fatti legalmente rilevanti, in conformità con l’art. 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo».
In conclusione, la Procura della Repubblica di Bologna ha motivato la sua decisione di archiviazione con la volontà di preservare la libertà di espressione e le garanzie e i principi considerati dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Pertanto, i fatti narrati nel documentario Netflix, non sono stati considerati come un’offesa giuridicamente rilevante.
L’archiviazione dell’indagine è stata dunque motivata da forti principi giuridici legati alle libertà fondamentali garantite al popolo, come indicato nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. La presentazione dei fatti descritti, la loro oggettività e la tutela delle libertà fondamentali, sono i principi che hanno indotto la Procura di Bologna a richiedere l’archiviazione dell’indagine. In questo modo, la libertà di opinione e la libertà di espressione vengono garantite a tutti.
Secondo la magistratura il documentario riportato conferma la libertà di espressione?
Secondo la magistratura la documentazione trasmessa su Netflix da Muccioli, Netflix e Delogu conferma la libertà di espressione. In precedenza, i figli di Red Ronnie avevano presentato una querela nei loro confronti, sostenendo che le dichiarazioni percepite come diffamatorie fosse frutto di illegalità. Tuttavia, dopo un’accurata indagine, la Procura della Repubblica di Bologna ha deciso di archiviare l’indagine. Ciò conferma che le dichiarazioni sono state effettuate in buona fede e che nessuno dei tre soggetti è responsabile della diffamazione.
La magistratura ha quindi espresso chiara conferma della libertà di espressione supportata dalla ricerca dei fatti da parte della Procura. Pertanto, le informazioni comunicate nella documentazione di Netflix sono risultate autentiche e non c’è stata alcuna retribuzione o condanna da parte di chiunque.
Riepilogo:
• La Procura della Repubblica di Bologna ha chiesto l’archiviazione dell’indagine su Muccioli, Netflix e Andrea Delogu;
• Nessuno di loro è stato accusato di diffamazione;
• L’archiviazione dell’indagine conferma la libertà di espressione;
• Nessuna retribuzione o condanna è stata decretata.
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